Il trattamento cambia in base al tipo di blefarite.
In tutti i casi il primo trattamento consiste nel migliorare il tipo di secrezione delle ghiandole di Meibomio rendendolo più fluido. Questo può essere ottenuto con l’assunzione di acidi grassi della serie omega 3. Il dosaggio è di almeno un grammo al giorno.
Nella dieta, gli omega 3 si trovano nella frutta secca e nel pesce azzurro. Inoltre, riscaldando la palpebra la secrezione viene sciolta e così si mescola meglio con le lacrime e tende a non formare tappi. Gli impacchi caldi (temperatura intorno a 50 gradi) possono essere eseguiti bagnando una pezzuola nell’acqua calda del rubinetto e tenendola applicata (rinnovandola) per 5 minuti sull’occhio chiuso oppure, come fanno spesso negli Stati Uniti, riscaldando una patata nel forno a microonde e applicandola sulle palpebre attraverso una protezione in stoffa.
Presso il nostro studio di Catania è inoltre in vendita una speciale mascherina con compresse autoriscaldanti. La mascherina è pratica perché permette di eseguire la terapia mentre si sta comodamente sdraiati in poltrona. Un’ulteriore alternativa, molto più efficace, consiste nel trattamento con una apparecchiatura che si chiama "Lipiflow" che contemporaneamente riscalda e massaggia la palpebra e le ghiandole di Meibomio al suo interno. Dopo il trattamento con "Lipiflow" la ghiandole funzionano meglio per parecchi mesi ottenendo la risoluzione del sintomo di occhio asciutto legato alla blefarite.